martedì 18 settembre 2012

Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa rende pubblico il suo nuovo rapporto sull'Italia


Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’ Europa, Nils Muižnieks, ha pubblicato il rapporto redatto a seguito della sua visita in Italia dal 3 al 6 luglio 2012. Il rapporto analizza spcifiche questioni legate ai diritti umani in Italia, come l'eccessiva durata dei procedimenti giudiziari, le violazioni dei diritti umani a danno di rom e sinti, i diritti umani dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Nel corso della visita il Commissario ha incontrato non solo le autorità e le istituzioni italiane, ma anche i rappresentanti della società civile.
Il commissario ha espresso particolare preoccupazione per l'aumento di episodi di “antiziganesimo nel dibattito politico e nei media” e di episodi di violenza contro rom e sinti, accompagnati da un'inadeguatezza della risposta del sistema di giustizia italiano. In questo senso, Muižnieks individua una responsabilità politica dietro l'aumento dei fenomeni di violenza, evidenziando “il chiaro nesso, nel contesto italiano, tra i discorsi d’incitamento all'odio ed i crimini d’odio”.
Relativamente alla situazione dei migranti, Muižnieks sottolinea l’importanza della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Hirsi e altri c. Italia, sentenza di condanna della politica dei respingimenti verso la Libia dei migranti intercettati in alto mare portata avanti dall'Italia. A tal proposito, il Commissario ha accolto favorevolmente le dichiarazioni politiche secondo le quali l'Italia “non intende più perseguire la suddetta politica alla luce della sentenza”, sottolineando l'importanza per tutti i migranti di poter accedere alla protezione internazionale.
Constatando la mancanza di un efficace sistema di integrazione per i rifugiati e altri beneficiari della protezione internazionale con considerevoli svantaggi soprattutto nel mercato del lavoro e rischio di sfruttamento, Muižnieks ha inoltre sollecitato le autorità italiane a porre rimedio a tale mancanza attraverso l'adozione di misure positive per l’integrazione.

È possibile consultare il rapporto completo all'indirizzo:


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